Chi siamo
L’omicidio stradale del 5 settembre 2015
Troppo spesso si parla di incidente, ovvero di casualità, per indicare invece crimini commessi colpevolmente utilizzando mezzi di trasporto come armi.
Come è accaduto quella sera, quando un giovane dell’età di Matteo è passato con una grossa Mercedes a oltre 70 km/h in un incrocio in piena città, “bucando” un semaforo rosso già da 4 secondi.
Le immagini del tragico schianto sembrano il risultato di un’esplosione.
L’investitore è stato condannato nel maggio 2016, in primo grado, a quattro anni di reclusione. E questo benché non fosse ancora in vigore la legge sull’omicidio stradale e nonostante il ricorso dell’imputato al rito abbreviato.
L’appello è stato celebrato nell’aprile 2018. In questa sede la pena è stata ridotta a soli due anni.
Questo non sarebbe stato possibile se fosse stata applicabile la nuova legge sull’omicidio stradale.
Ma non si tratta solo di punire, occorre soprattutto prevenire.
Quell’incrocio tra via Lorenzo il Magnifico e via Agnolo Poliziano a Firenze è stato spesso teatro di gravi incidenti, anche dopo quel tragico 5 settembre.
Non a caso, da subito dopo l’incidente la famiglia ha chiesto al Comune di Firenze l’installazione di una telecamera per la rilevazione delle infrazioni semaforiche; perché non ci siano altri Matteo, vittime di quel maledetto incrocio.
Finalmente, in occasione del 31° compleanno di Matteo, nell’aprile del 2019, la telecamera è stata installata. Nella foto i lavori sulla strada.
Matteo Ciappi: 23/3/1988 – 12/10/2015
Breve la vita di Matteo Ciappi, ma ricca di passione, di interessi, di altruismo. In un mondo in cui sembra che la prima preoccupazione sia apparire, Matteo si impegnava piuttosto a essere e a fare, senza badare a pubblicizzarlo, tanto che la ricchezza delle sue attività e delle sue relazioni umane è stata scoperta in tutta la sua reale dimensione solo dopo la sua tragica scomparsa.
L’università, Scienze Forestali, la laurea breve e poi la magistrale, con il massimo dei voti e la lode. Il primo impiego, lontano da Firenze, ma nel prediletto settore del legno.
Tra le sue passioni la fotografia, sorretta da un innegabile talento. Tanto che nel 2011 partecipa al concorso indetto da Pagine Gialle per una foto da mettere sulla copertina dell’elenco telefonico e lo vince (due anni dopo sarà ingaggiato come fotoreporter per seguire la Carovana del 96° Giro d’Italia).
L’immagine premiata (qui nello sfondo) diventerà un po’ il suo simbolo.
Sì perché il casco rappresentato nella foto è quello della VAB, l’associazione di Protezione Civile che Matteo ha conosciuto quasi per caso, per uno stage fatto nel percorso universitario, ma in cui è stato subito fortemente coinvolto e a cui ha dedicato una buona parte del proprio tempo libero.
Così anche in quel drammatico 1° agosto 2015, quando una fetta di Firenze è sconvolta da un vero e proprio uragano, lo troviamo per tutta la notte sul Lungarno Colombo, armato di motosega, a rimuovere gli alberi caduti.
Poco più di un mese dopo, il 5 settembre, il tragico incidente, un altro sabato sera, mentre sta tornando a casa in scooter, un’auto passa con il semaforo rosso e lo travolge.
Morirà una settimana dopo, senza aver ripreso conoscenza e i suoi organi – estremo dono di un cuore generoso – ridaranno speranza a quattro persone.